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Serve l’unanimità per individuare un alunno con BES?

Ha1

Per l’individuazione della condizione di BES è necessaria l’unanimità del gruppo docenti? Se sì, quale normativa lo afferma? E se – come spesso accade – c’è chi non è d’accordo (“Per me non è BES”) che si fa? Il PDP può riguardare solo alcune discipline?

Non è necessaria l’unanimità. È una decisione che si prende a maggioranza, come qualsiasi altra del Consiglio di Classe. Se qualche membro non è d’accordo, si valuterà se ha senso procedere lo stesso con il PDP, ricordando che si tratta di uno strumento operativo con il quale si definiscono delle azioni da compiere, non di un mero atto amministrativo. Il punto non è “Per te è BES, per me non è BES ” ma “Se si decide di fare delle cose, dobbiamo farle tutti “.

Il PDP è un documento globale del Consiglio di Classe che può benissimo essere articolato in base alle discipline -non ai gusti personali degli insegnanti, si spera!- come del resto previsto anche per gli alunni con  DSA (v. Linee Guida MIUR del 2011, pag. 8). Ricordiamo infine che molte azioni di personalizzazione si possono attivare anche senza PDP, come ribadito nella nota MIUR n. 2563 del 22/11/13.

Sul trasferimento del Piano Didattico Personalizzato da una scuola all’altra

Da5

Se un alunno con PDP, con o senza diagnosi, cambia scuola si è tenuti a inviare alla scuola di destinazione la  documentazione relativa alla personalizzazione avviata, compreso il PDP stesso?

I documenti che contengono dati sensibili (e di sicuro le certificazioni nonché il PEI e il PDP che riportano informazioni sulla salute lo sono) non possono passare da una scuola ad un’altra senza esplicita autorizzazione dei genitori. La famiglia li ha consegnati a una specifica istituzione scolastica, non a tutte le scuole d’Italia. La scuola che li riceve è responsabile della loro corretta conservazione e non può diffonderli in nessun modo (DL 196/03).

Se la famiglia non autorizza, la scuola di uscita consegnerà i documenti ai genitori, eventualmente suggerendo, nell’interesse del ragazzo, di farli avere alla nuova scuola. Di più non può fare.

Si può discutere sulla riservatezza di un PDP che non si basa su diagnosi clinica e che, in teoria, dovrebbe contenere solo valutazioni didattiche e pedagogiche, che non rientrano tra i dati sensibili. Ma ricordiamo che è un documento che ha valore solo per l’anno scolastico in corso (nota MIUR 22/11/13) e che va necessariamente firmato dalla famiglia (CM 8/13): suggeriamo di chiedere sempre l’autorizzazione ai genitori anche in questi casi.

Va fatto un PDP per un’alunna DSA in istruzione parentale?

Gc11

La mia scuola ha un’alunna, con certificazione DSA, in educazione parentale. In questa circostanza è comunque giusto predisporre il PDP per lo studio domiciliare della suddetta alunna e per l’esame di idoneità alla classe finale? Inoltre, è corretto che la scuola ha il dovere di organizzare solo l’esame finale degli apprendimenti (per il passaggio all’anno successivo) e che non sono previste verifiche in itinere?

Se la famiglia ha scelto l’istruzione parentale, l’alunna è stata ritirata e non risulta più iscritta alla vostra scuola. Per voi insegnanti è ora un’estranea, e non potete intervenire in nessun modo sulle scelte e procedure didattiche, di esclusiva competenza dei genitori.

Non va fatto nessun PDP né nessuna verifica in itinere.

La famiglia deve sottoporre l’alunna a un esame annuale, ma non è detto che debba farlo presso la vostra scuola. https://www.miur.gov.it/istruzione-parentale

La famiglia non vuole più il PDP

Dc4

La famiglia di una bambina a cui è stato fatto un PDP bes ha deciso di non firmarlo e ha chiesto un incontro con la funzione strumentale perché non vorrebbe si redigesse nulla il prossimo anno. Ha avanzato l’ipotesi di poter ritirare la documentazione per evitare un PDP, ma chiaramente ciò non cambia nulla perché è possibile redigerlo anche senza una diagnosi.

La scuola può approvare un PDP anche senza diagnosi, ma non senza il consenso dei genitori.

E in ogni caso si interviene con un PDP quando è veramente necessario per attivare delle consistenti personalizzazioni che con una normale didattica, per quanto flessibile, risulterebbero difficili da applicare. Si parte dai problemi che si incontrano a scuola, non da quello che è scritto sulla diagnosi clinica che può eventualmente aiutare a comprendere le necessità dell’alunno per progettare interventi più adeguati.

I genitori, tutti, possono sempre ritirare documenti riservati che hanno portato a scuola e che la scuola può conservare solo se da loro autorizzata.

Il PDP deve essere compilato per tutti gli alunni dichiarati BES?

Dc3

Il PDP deve essere compilato per tutti gli alunni dichiarati BES? La rilevazione è stata fatta dai docenti attraverso una scheda.

Un consiglio di classe individua un alunno come BES predisponendo per lui un PDP, non inserendo il suo nome in un elenco. Quindi la risposta è sì: tutti gli alunni BES devono avere un PDP, se non hanno il PDP non sono formalmente BES.

Nessuna personalizzazione perché il PDP è scaduto?

Dc2

A scuola dicono che il PDP è scaduto e quindi i ragazzi non possono usufruirne finché non viene approvato quello nuovo. Parliamo di un PDP per BES.

Questi ragazzi non usufruiscono del PDP ma di una didattica personalizzata. Il  PDP è il documento con il quale la scuola “esplicita” gli interventi che intendere attivare far fronte ai bisogni educativi di un alunno. Come può una scuola che sceglie di formalizzare la personalizzazione in un PDP decidere l’anno dopo di negare qualsiasi tutela non perché le esigenze sono cambiate e non ce n’è più bisogno, ma semplicemente perché il PDP è scaduto?

PDP per sospetto DSA

Dc1

In accordo con il CdC abbiamo deciso di convocare i genitori di un alunno per sospetto di DSA. Nel caso in cui la famiglia avvii l’iter per l’accertamento è possibile predisporre un PDP per questi ultimi mesi di scuola?

Il Consiglio di Classe, in accordo con i genitori, può predisporre un PDP, se ritiene sia lo strumento di personalizzazione più adatto ed efficace, anche in assenza di certificazione e indipendentemente dal fatto che la famiglia avvii o meno l’iter l’accertamento di un eventuale DSA.

Può farlo anche in aprile, ma gli interventi programmati saranno quelli che è possibile mettere in atto nelle poche settimane di scuola che restano perché l’efficacia del PDP non va mai oltre l’anno scolastico in corso.

Se in alcune materie non servono strumenti compensativi

Db2

Due colleghi in un consiglio di classe chiedono di specificare nel PDP che per le loro materie l’alunno non necessita degli strumenti compensativi indicati. Cosa fare?

In base alle Linee Guida DSA del 2011, le personalizzazioni esplicitate nel PDP vanno articolate secondo le discipline coinvolte dal disturbo (pag. 8).. Questo vale di sicuro anche per gli strumenti compensativi.

La richiesta dei colleghi è corretta, ma deve essere approvata da tutto il CdC. È importante che la decisione venga collegata alla natura della disciplina, non a opinioni o preferenze di singoli insegnanti.
Come sempre, queste decisioni sono sottoposte a monitoraggio per verificare, nei fatti, se veramente sono opportune ed efficaci.

Niente PDP perché la certificazione è privata.

Db1

Nella nostra scuola c’è un bambino con certificazione privata di DSA ma gli insegnanti non vogliono fargli il PDP. Nella nostra regione queste diagnosi vengono fatte dalle Asl o da centri convenzionati e pertanto, a loro avviso, come scuola non sono tenuti a considerarlo DSA. Sapevo che una diagnosi di DSA, privata o pubblica che sia, impone sempre un PDP. Dov’è la verità?

Il PDP è obbligatorio per gli alunni con DSA certificati in base alla L. 170/10 e successive norme regionali. In alcune regioni la diagnosi rilasciata da privati non è sufficiente per attivare la L. 170, in altre è accettata ugualmente.

Se nella vostra regione è richiesta la certificazione pubblica, questo alunno non è formalmente considerato DSA per la scuola, e quindi il PDP non è obbligatorio. Questo però non significa che non vada lo stesso tutelato con adeguati interventi di personalizzazione: se si decide di non redigere un PDP si specifica in altro modo, anche informale, cosa si intende fare, ricordando che in ogni caso la scuola è tenuta a perseguire per tutti il successo formativo.

La redazione dei PDP è ritenuta dai colleghi troppo onerosa

Da4

Nella mia scuola alcuni colleghi si lamentano per il lungo lavoro di compilazione dei PDP. Chiedono di confermarlo anno dopo anno se non ci sono cambiamenti e di “sfoltire” il modello in uso, troppo lungo e oneroso. La legge 170 però indica che il Piano va redatto annualmente, anche perché, soprattutto negli anni delle “medie”, i ragazzi cambiano, e non poco.

Ricordiamo intanto che il PDP è obbligatorio in caso di DSA ma non per altri BES individuati dalla scuola; in questo caso è il CdC che, pur decidendo di personalizzare gli interventi, sceglie lo strumento di programmazione più funzionale, che può essere anche diverso e meno impegnativo del PDP, se ritenuto ugualmente efficace.

Il PDP, sia per DSA che per altri BES, descrive gli interventi che intende mettere in atto un CdC durante l’anno scolastico in corso e quindi va per forza ridefinito e approvato annualmente. Ma se la situazione non è molto cambiata e tutti sono d’accordo, è di sicuro possibile riconfermare gli impegni dell’anno precedente. Il PDP va comunque approvato nuovamente, ma la procedura può essere molto meno onerosa.

Il modello di PDP adottato è scelto liberamente dalla scuola. Se quello in vigore è vissuto dai colleghi come troppo complesso, è giusto secondo me tenere in considerazione queste osservazioni e cercare di correggere il tiro puntando su modelli di PDP che contengono elementi veramente importanti e significativi, riducendo al minimo gli oneri di compilazione, qualora possibile.

La nota 1143 del 2018 mette in guardia sui rischi di burocratizzazione connessi alla predisposizione del PDP e da questo punto di vista il problema certamente esiste: “La documentazione proposta, seppur utile a condividere scelte e finalità, ha spesso appesantito l’attività scolastica tanto da essere intesa da molti docenti alla stregua di meri processi burocratici”.

l PDP va firmato come “patto educativo”?

Da3

Il PDP, essendo un patto educativo, deve essere firmato anche dai genitori?

Il PDP è un documento in cui la scuola esplicita gli interventi didattici di personalizzazione che intende mettere in atto. Non è necessariamente un patto educativo: lo può diventare se oltre agli impegni della scuola vengono esplicitati anche quelli della famiglia, e di sicuro in questo caso è necessaria la loro firma. Ma questo non è obbligatorio: nelle linee guida DSA del 2011 vengono elencati i contenuti del PDP e tra questi il patto con la famiglia non c’è. Per gli altri BES la scuola decide come vuole.

* Cos’è il PDP e quali norme lo regolano?

Cos’è il PDP? Quali norme lo regolano? Chi lo deve redigere? Entro quale tempi? Che ruolo hanno i genitori? 

Il PDP, Piano Didattico Personalizzato, è il documento con cui la scuola definisce gli interventi  didattici personalizzati previsti per un alunno con DSA o altre esigenze educative particolari.

Norme e procedure sono diverse rispetto a queste due situazioni.

PDP per alunni con DSA certificati (L. 170)
In caso di DSA L. 170/10 è obbligatorio e, in base alle Linee Guida sui DSA del 2011,  va redatto ogni anno dagli insegnanti (team docenti o Consiglio di classe) al massimo entro il primo trimestre, meglio prima ovviamente. I genitori vanno coinvolti perché in base alle Linee Guida deve esserci un “raccordo”, ossia un momento di scambio di informazioni, con loro. Le modalità di redazione e confronto (scelta del modello, eventuale organizzazione di un incontro, coinvolgimento degli specialisti…) sono decise dalla scuola.
E’ opportuno venga firmato dai genitori ma la loro firma non è indispensabile perché essi  hanno già autorizzato la scuola a attivare una personalizzazione formale quando hanno  consegnando a scuola la certificazione di DSA chiedendo l’applicazione della L. 170.
E’ fondamentale prevedere successivamente rigorosi momenti di monitoraggio per verificare se effettivamente gli interventi progettati stanno producendo i risultai previsti.

PDP per altri alunni, non  tutelati formalmente dalla L. 170
Il PDP può essere redatto anche per altri alunni: parliamo in particolare di DSA non formalmente certificati o di altre tipologie di disturbi non riconducibili all’apprendimento e non specifici.
In questi casi la scuola è obbligata a intervenire per superare il problema ma può scegliere quale strumento di progettazione adottare: redigere un PDP, oppure definire gli interventi  specifici utilizzando sistemi meno formali ma anche puntare su una personalizzazione diffusa e informale, destinata a tutta la classe.
Anche in questo caso è la scuola che decide strumenti e modalità. 
Se si pensa di redigere un PDP bisogna necessariamente acquisire il consenso dei genitori  perché in questo caso non abbiamo la consegna della diagnosi alla scuola finalizzata alle tutele previste per Legge, come nel caso dei DSA con L. 170. La necessità della firma dei genitori è indicata nella C.M. 8 del 6/3/2013 che, assieme alla Direttiva Ministeriale del 27/12/12 e alla nota n. 2563 del 22/11/13 rappresentano i riferimenti normativi principali del 2013.
Da considerare anche le più recenti note ministeriali n. 1143 del 2018 e n. 562 del 2019.

Diagnosi di ADHD redatte da un privato.

Ac1

Che valore hanno le diagnosi di ADHD redatte da un privato? La scuola dice che non è una certificazione valida e non intendono redigere nessun PDP. Se la faccio approvare dall’ASL diventa una certificazione ufficiale e posso quindi chiedere il PDP?

Quella che la hanno rilasciato in effetti non è una certificazione ma una diagnosi, ma questo non significa che la scuola sia autorizzata a ignorarla. La certificazione è un atto che consente di esercitare dei diritti garantiti dalla legge, e per la scuola significa disabilità (L. 104/92) e DSA (L. 170/10). Nel vostro caso si tratta di una diagnosi, ossia di un atto che ha essenzialmente valore informativo in cui di dichiara il disturbo di attenzione (ADHD) e si forniscono indicazioni operative per ridurne al minimo gli effetti negativi.

A meno che non venga riconosciuta una disabilità, dal punto di vista legale non cambia nulla se la diagnosi è rilasciata dall’ASL. Può, forse, contribuire a cambiare l’atteggiamento della scuola, ma questo è un altro discorso.

Il consiglio di classe non è obbligato ad approvare un PDP ma non può rifiutarsi di intervenire per superare il problema, soprattutto quando esso è stato formalmente segnalato e documentato attraverso una diagnosi clinica.

Su questa questione il MIUR ha avuto atteggiamenti non proprio lineari ma sul principio che la discrezionalità del consiglio di classe riguarda solo la scelta dello strumento di programmazione (PDP o non PDP) mentre è obbligato a predisporre adeguati interventi di personalizzazione, i vari pronunciamenti del ministero dal 2013 a oggi sono tutti concordi. Segnalo in particolare la nota 562 del 3 aprile 2019.

Suggerisco anche la lettura di questa nota dell’USR Piemonte che riporta alcune interessanti sentenze della magistratura:

https://www.integrazionescolastica.it/upload/art1273/Nota%20n.%208935.pdf