Anche quest’anno il ministero dell’istruzione ha pubblicato i dati statistici di inizio anno
«Focus “Principali dati della scuola – Avvio Anno Scolastico 2023/2024”
E anche quest’anno pubblico le mie osservazioni ed elaborazioni, ossia il Focus sul focus 2023 , necessarie, secondo me, per comprendere in senso di questi numeri e la loro evoluzione rispetto all’anno precedente. Chi è interessato a leggere quelle dell’anno scorso le trova qui.
Si conferma per l’ennesima volta la tendenza all’aumento sia degli alunni con disabilità che degli insegnanti di sostegno.
Gli alunni con disabilità sono passati in un anno da 290.089 a 311.201, quindi con 21.112 alunni certificati in più corrispondenti ad un aumento del 7,3%.
La loro percentuale rispetto alla popolazione scolastica complessiva, che era pari al 4% netto l’anno scorso, arriva ora al 4,3 %. Nelle tabelle del Focus sul focus si possono vedere le variazioni regionali e sono da segnalare i numeri della Lombardia con 5.095 alunni certificati in più, ossia circa un quarto di tutto l’incremento nazionale, pari al 10% di aumento. Ma ci sono altre regioni che sfiorano il 10%: Piemonte, Lazio e Molise.
Ma il dato che maggiormente colpisce è l’iniqua distribuzione delle risorse di sostegno che penalizza in modo inaccettabile alcune regioni del nord, in particolare Lombardia e Veneto.
Al gruppo Facebook “Normativa Inclusione” arrivano tantissime segnalazioni di genitori e insegnanti che lamentano assegnazioni di poche ore settimanali (4,5 alla secondaria, 5,5 alla primaria, 6 all’infanzia) per tutti gli alunni senza gravità art. 3 c. 3, indipendentemente dalla richiesta del GLO o da altre esigenze documentate. In molte altre regioni (anche questo dato deriva da numerose testimonianze al gruppo) la dotazione di sostegno non scende mai sotto la mezza cattedra, anche per le situazioni più lievi.
Questa differenza di trattamento emerge chiaramente dai dati del ministero, anche se bisogna dire che quelli sul numero dei posti di sostegno possono non essere completi essendo stati rilevati ai primi di settembre, quando non tutti i posti in deroga erano stati definiti.
Difficile però che certe differenze macroscopiche possano essere colmate con le deroghe di settembre/ottobre, anche perché dalle testimonianze che arrivano le 4,5 ore di sostegno nel “Lombardo-Veneto” continuano ad essere la regola.
In ogni caso sono differenze assurde e inique:
possibile che in Molise con 1.374 alunni con disabilità ci siano 1.335 insegnanti di sostegno (quasi 1:1 per tutti) mentre in Lombardia con 55.448 alunni ne siano stati assegnati solo 24.621? E non è questione di nord e sud: il Piemonte ha un rapporto non molto diverso da quello del Molise e la Campania se la passa solo un po’ meglio della Lombardia.
Qualche tempo fa si diceva che dipendesse dal fatto che nelle regioni del nord gli enti locali intervenivano maggiormente con il loro personale di assistenza, ma da alcuni anni abbiamo i dati dell’Istat che dicono che non c’è nessun rapporto tra questi interventi e le decisioni sul sostegno degli uffici scolastici regionali.
Ma la domanda rimane:
si può sapere perché in alcune regioni, a parità di alunni con disabilità, gli insegnanti di sostegno sono il doppio di altre?